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Premessa: sono laureato in matematica e ora studio economia; non ho chissà che competenze di fisica e/o geologia. Però mi sono fatto spiegare un po' di cose da un fisico, ho cercato sul web l'opinione di alcuni geologi e qui scrivo solo ciò che ho capito. Se ho scritto cose sbagliate, me ne scuso e prometto che le correggerò se mi sono segnalate (indirizzo toobazCHIOCCIOLAemailPUNTOit). Se trovate una pagina in cui tutte queste cose sono spiegate meglio, sarò lieto di cancellare questa e segnalarla.
Il radon e i terremoti
Le rocce della crosta terrestre contengono una certa quantità di uranio (per la precisione di uranio 238). L'uranio è un metallo il cui atomo è piuttosto grosso; per sua caratteristica, decade, ovvero dopo un po' di tempo si rompe il nucleo e si trasforma in atomi più piccoli1). Tra questi ci sono vari composti solidi e poi il radon (per la precisione l'isotopo radon 222), che ha la caratteristica particolare di essere gassoso. Per questo motivo, tra le rocce si trova una certa quantità di radon “intrappolato”, che continuamente si accumula sotto pressione e viene rilasciato; nel lungo periodo, c'è un equilibrio per cui la quantità rilasciata è grossomodo costante (nonostante essa vari notevolmente da una zona all'altra della Terra).
Il radon ha un'altra caratteristica interessante: è radioattivo, ovvero decade, proprio come l'uranio2). Nel decadere, produce radioattività, sotto forma di particelle alfa, che possono essere misurate da opportuni rivelatori.
Tra i processi che possono aumentare il rilascio del radon, c'è la fessurazione delle rocce; in una fessura, delle sacche di radon possono trovare una via d'uscita verso l'alto. Per questo motivo, è logico - e confermato dai geologi, ad esempio in occasione dei terremoti in Turchia del 2004 - che in momenti in cui ci sono terremoti ci sia un maggiore rilascio di radon. Ma la domanda a questo punto naturale è: perché mai si dovrebbe avvertire una maggiore presenza di radon prima di un terremoto?
La risposta è di due tipi:
- prima di una scossa importante di terremoto, è frequente che ci siano scosse meno importanti (l'inizio dell'ormai celeberrima scia sismica), che possono far rilasciare appunto radon
- prima di una scossa importante di terremoto, le rocce sono sotto forte pressione, per cui è più probabile che si creino fessurazioni e quindi che venga rilasciato radon
È evidente che se fosse solo per il punto 1., il radon sarebbe definitivamente inutile come precursore sismico: abbiamo dei sismografi ormai precisissimi, che registrano anche terremoti di modesta entità dall'altra parte della Terra; non ci sarebbe alcun bisogno di spendere soldi in rilevatori di radon. Il punto 2. invece ha suscitato giustamente l'interesse di vari geologi, perché appunto può essere considerato un precursore, qualcosa che anticipa i terremoti. Purtroppo, gli studi svolti finora da geologi in tutto il mondo non sono riusciti a trovare davvero, tra rilevamento di radon e l'avverarsi di eventi sismici, una correlazione sufficientemente precisa da essere utile per la predizione.
È difficile dire se si troverà mai una teoria così efficace da permetterci di prevedere i terremoti grazie al radon con i mezzi tecnici attuali, e sicuramente non sono io la persona giusta per stabilirlo. È importante però chiarire che di per sé, la correlazione tra i terremoti e le emissioni di radon è riconosciuta da tutti, e non è una ricerca innovativa; tutto sta a capire se e in che modo il radon sia emesso prima di un terremoto.
Giuliani
Giampaolo Giuliani è un tecnico dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Torino. Come dice il nome dell'istituto, Giuliani per lavoro non si occupa di geologia; tuttavia, si occupa sì di rivelatori di particelle, e si è interessato per conto suo della correlazione tra i terremoti e le emissioni di radon. In particolare, dopo che l'esperimento ERMES (esperimento dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e non dell'Istituto Nazionale di Astrofisica alle cui dipendenze è Giuliani), nonché alcuni ricercatori di Bologna e dell'ENI, avevano studiato questa correlazione, Giuliani decise, come ricerca personale fuori dall'orario di lavoro, di effettuare in proprio delle misurazioni, con la collaborazione di alcuni colleghi.
Alla fine dell'ottobre 2002, Giuliani avvertì la Protezione Civile abruzzese dell'imminenza di un forte sisma, ma senza essere in grado di fornire una localizzazione precisa. Due giorni dopo, un terremoto di magnitudo 5.2 colpiva il Molise.
Il brevetto del PM4
Nel 2004, Giuliani ottiene un brevetto dal titolo “apparato per il rilevamento della variazione della concentrazione del gas radon nell'ambiente, metodo per tale rilevazione ed il suo uso nella previsione di eventi sismici”3).
È noto che per ottenere un brevetto si deve inventare qualcosa di originale. È altrettanto noto però che in giro per il mondo vengono quotidianamente accettati brevetti che difficilmente si possono descrivere come originali4). Il punto è che tipicamente gli uffici brevetti rifiutano solo le proposte che sono palesemente non brevettabili, con l'assunto che comunque se un brevetto non dà fastidio a nessuno, non c'è niente di male nel farlo brevettare (e sarebbe viceversa costoso indagare a fondo sulla brevettabilità), mentre se invece dà fastidio, perché per esempio qualcuno dice “ehi, ma io quell'idea l'ho avuta prima”, oppure “ehi, ma non vale brevettare qualcosa di così generico/banale”, sarà un tribunale a stabilire se il brevetto era o meno valido.
Questo non per dire che il brevetto di Giuliani è stupido - io non lo so - ma per dire che un brevetto non è affatto la prova che si è fatta una scoperta importante; si capisce l'importanza della scoperta da quanta gente usa il tuo brevetto e/o dal fatto che tu vinci una causa contro chi lo usa senza il tuo permesso.
Comunque, due parole sul brevetto in sé: l'originalità che Giuliani attribuisce alla sua scoperta verte intorno al fatto che, sebbene di rivelatori di radon ne esistano già di molti tipi in giro per il mondo, il suo sarebbe capace - grazie ad un metodo di cui è inutile riportare qui i dettagli tecnici - di rivelare il radon più in fretta. Mentre classicamente un rivelatore, ad esempio, in grado di dirti “oggi c'è più radon di ieri” è più che sufficiente per concludere che in coincidenza di un terremoto c'è stato rilascio di radon (più che negli altri giorni), se si pretende di utilizzare il radon per predire un terremoto, si deve avere qualcosa con una risoluzione di poche ore.
Non so se effettivamente il rivelatore di Giuliani, da lui chiamato PM4 (la sigla “PM” sta per “photo multiplicator”, dal nome dei componenti fondamentali dell'apparecchio, mentre il 4 sta verosimilmente ad indicare un'evoluzione dell'apparecchio - Giuliani ad esempio parla anche di precedenti PM2), abbia questa efficacia, né so se veramente sia il primo rivelatore ad avere questa efficacia. Ma possiamo anche assumere che sì, Giuliani sia un tipo sveglio, con una buona esperienza in elettronica e radioattività, e questa invenzione sia davvero innovativa.
Tuttavia su un punto non c'è dubbio: il titolo del brevetto può portare a fraintendimenti, perché sicuramente in esso è descritto un “apparato”, il PM4, si può dire che vi è anche descritto un “metodo per tale rivelazione”, ovvero ad esempio il fatto che si deve operare in una stanza sotterranea non aerata, ma invece il suo “uso nella predizione di eventi sismici” è menzionato più volte nel testo ma assolutamente non illustrato (si menziona il collegamento dei rivelatori a degli apparecchi per l'analisi dei dati via una rete hardware o software, ma certamente questa non è una caratteristica particolarmente innovativa per un rivelatore al giorno d'oggi - diciamo pure che è piuttosto scontata). Non c'è bisogno di essere maligni per vedere questa come una cosa abbastanza logica: te sei un tecnico particolarmente sveglio di un istituto di astrofisica, saprai come fare un buon rivelatore, ma non per questo sei un esperto di geologia e sismologia.
Tuttavia, potrebbe benissimo darsi che Giuliani conosca il metodo per predire i terremoti ma non abbia voluto scriverlo nel brevetto. Quindi andiamo avanti.
Le previsioni
Come scritto sopra, la previsione che per prima ha portato Giuliani agli onori della cronaca è stata quella che fece nel 2002. In quell'occasione, egli predisse un terremoto. Purtroppo non ho trovato fonti dell'epoca che dicano con che precisione temporale Giuliani fece questa predizione: “domani c'è un terremoto”? “nei prossimi mesi ci sarà un terremoto”? Comunque Giuliani non era riuscito a dare indicazioni sull'epicentro (dice che al tempo il sistema era ancora “sperimentale”; probabilmente non aveva ancora sensori distribuiti sul territorio).
L'altra celebre previsione è stata quella del marzo 2009, quando Giuliani aveva previsto un terremoto “disastroso” a Sulmona. Tuttavia, dopo avere annunciato - a quanto riporta il sindaco di Sulmona 5) - un “terremoto di lì a poche ore” per domenica 29 marzo (giorno in cui ci furono a Sulmona scene di panico collettivo, con gente che portava fuori i materassi e si accampava nelle strade), ha sostenuto che con la fine di marzo il grosso del pericolo fosse passato.
Fu tuttavia in questa occasione che Giuliani fu accusato di inutile allarmismo da Bertolaso (si veda sotto) ed altri. In particolare, ricevette un avviso di garanzia per procurato allarme.
Il terremoto del 6 aprile 2009
Il 6 aprile, alle ore 3:32, si scatena il terremoto di cui tutti purtroppo sappiamo.
La tesi di Giuliani è in sostanza che nelle ore precedenti egli aveva capito - dalle rilevazioni di valori sempre più alti di radon - che di lì a poco sarebbe arrivato il disastro, ma con già un avviso di garanzia sul suo conto non si decise a diffondere quell'informazione.
In particolare, molte fonti citano Giuliani stesso parlare (sempre nei giorni successivi al 6 aprile) di un livello di radon sempre più alto “senza rilascio d'energia”, motivo per cui questa energia si sarebbe accumulata fino a scatenare la scossa più forte. Tuttavia, non sono riuscito a capire cosa intenda Giuliani per questo “mancato rilascio di energia”, dato che nelle ore precedenti c'erano in realtà state numerose scosse sismiche, che vengono solitamente associate appunto ad un allentarsi della tensione e della pressione all'interno della crosta terrestre (tensione e pressione che altrimenti potrebbero portare a scosse forti). Inoltre, Giuliani dice di avere portato la sua famiglia ad aspettare il terremoto fuori casa, ma non spiega se aveva particolari elementi per aspettarsi un sisma proprio in quella zona.
Purtroppo, il sito http://www.csrs.it , che da quel che ho capito era quello che riportava i rilevamenti di Giuliani, e forse le sue predizioni, è stato recentemente censurato dalla Polizia Postale di Pescara, quindi non sono in grado di vedere i dati pubblicati all'epoca.
Riguardo al metodo di Giuliani
Riassumendo, su tre previsioni di Giuliani (le tre perlomeno di cui si è sentito parlare):
- la prima (2002) era estremamente vaga, ma apparentemente giusta
- la seconda (marzo 2009) era piuttosto precisa, ma sbagliata (se avesse sbagliato solo l'epicentro, la considererei già interessante, ma il fatto che avesse sbagliato l'epicentro e detto “dopo la fine di marzo, il pericolo diminuisce” mi lascia molto dubbioso sulla affidabilità del metodo)
- la terza (6 aprile 2009) sarebbe forse giusta (almeno nel tempo), ma purtroppo l'ha sostenuta solo a posteriori
Basandosi su questi dati, e anche supponendo che riguardo al 6 aprile abbia detto la verità, è difficile sostenere che il metodo di Giuliani allo stato attuale delle cose funzioni. Certo, un qualche legame tra le sue “previsioni” e i terremoti sembra esserci, ma veramente troppo vago per essere utile. Ciò non significa che la sua ricerca non possa fare sperare grandi cose, ma solo che ancora non ha raggiunto grandi risultati.
Sulla sua scientificità
Ciò detto, però, sul metodo scientifico di Giuliani in generale si può sollevare qualche obiezione ben più precisa:
- Giuliani non parte da presupposti geologici, ma puramente statistici: non dice “quando c'è pressione nelle rocce, si rilascia il radon e dopo un po' c'è un terremoto”, ma semplicemente “quando vedo del radon, poi c'è un terremoto”. Non c'è niente di male, sarebbe comunque un'ipotesi interessantissima. Ma la statistica è una scienza che ormai ha una certa storia, ed un certo metodo, e quando si esce da questo metodo non è più una scienza… nel documento in cui Giuliani racconta la storia delle sue ricerche si può notare veramente un grande disordine, ed una scarsità terrificante di dati. Ci sono dei grafici che illustrano le rivelazioni di radon, ma su cui non figurano le attività sismiche. C'è la descrizione - con anche alcune formule - del criterio utilizzato per generare le email di allarme in automatico, ma non è illustrata in modo matematicamente chiaro una correlazione tra gli allarmi e i sismi, soprattutto tra gli allarmi ed i sismi successivi. In una tabella sono riportati 14 - se ho capito bene - sismi che sarebbero stati anticipati. Purtroppo 14 è un numero che non vuole dire niente, se magari le anticipazioni di sismi che poi non si sono verificate sono 100. Se i dati di Giuliani fossero stati davvero interessanti, mi domando quanto ci sarebbe voluto a trovare un qualsiasi studente di geologia o di fisica, o pure di statistica, in grado di utilizzarli, magari in una tesi, per dimostrarne in modo scientifico l'interesse
- Giuliani non si è mai - da quel che ho potuto trovare - confrontato con altri scienziati sul tema. I geologi, illustri o meno, che si occupano di precursori sismici sono vari in giro per il mondo. Nel mondo scientifico, se pubblichi un pdf in cui sostieni delle cose, e qualcun altro ne sostiene di simili, lo citerai e dirai perché la tua ricerca è meglio, o comunque diversa dalla sua, soprattutto se la maggior parte degli studiosi della materia ha un'ipotesi radicalmente diversa dalla tua - ovvero che ad oggi non siamo ancora in grado di prevedere i terremoti. Perché Giuliani si sofferma sulla descrizione della sua barchetta riadattata ma non menziona gli altri ricercatori che si occupano di ricerche apparentemente simili alla sua?
- Giuliani risulta avere sostenuto cose platealmente false. Un articolo di un sito aquilano, citato da molti sostenitori di Giuliani, riporta una sua affermazione sconcertante:
“Abbiamo notato che la maggior parte dei terremoti si verificano durante i mesi invernali, o meglio, quando il sistema terra-luna è nel perielio, quindi più vicino al sole. In inverno, quando la terra subisce uno stress gravitazionale maggiore, si registrano più eventi sismici (60-70%) che in estate. La percentuale si mantiene ancora più alta quando c'è la luna nuova. Il magma che scorre sotto la crosta terrestre risente delle attrazioni gravitazionali, come accade per gli oceani”
. Tuttavia questa correlazione tra stagioni e sismi è falsa, e per accertarsene è sufficiente visitare un database importante come quello delNational Geophysical Data Center
americano6), i cui dati (i terremoti per mese dell'anno, o più precisamente le differenze dalla media mensile; dati relativi ai terremoti in Italia registrati fino al 2007) sono riportati nel grafico, per mese (il valore corrispondente a 0 riguarda i terremoti per cui il mese non era stato registrato). Ma anche supponendo che Giuliani abbia solo fatto qualche calcolo sbagliato, o che addirittura abbia sismografi più precisi di quello del resto del mondo (in realtà, la cosa più probabile è semplicemente che le analisi di Giuliani si svolgano su un lasso di tempo troppo corto per essere significativo), è inaudito pensare che dopo secoli di ricerca sui terremoti nessuno abbia già sviscerato le possibili correlazioni tra terremoti e periodi dell'anno! - Giuliani sostiene in questa intervista che anche la “tecnologia classica” (ovvero con gli ordinari sismografi) è in grado di prevedere i terremoti. Questo è delirio puro: se veramente hai un metodo per prevedere i terremoti sulla base solo dei dati già disponibili, prima di tutto non ti metti a giocare con i rilevatori di radon che hanno pur sempre un costo notevole, e poi descrivi il tuo metodo, lo mandi ad una rivista di geologia, qualcuno verifica che funzioni (il che non significa aspettare il prossimo terremoto, ma semplicemente verificare che nei terremoti precedenti avrebbe funzionato) e diventi immediatamente il geologo più famoso del mondo (e ciò comporta che ti danno senz'altro i soldi per fare tutte le ricerche che vuoi). Inoltre nella stessa intervista Giuliani accusa gli “scienziati ufficiali”, quelli che non gli credono: considerato che lavora da un sacco di anni proprio in un istituto di “scienza ufficiale”, a stretto contatto con questi “scienziati ufficiali”, anche se di un altro campo (l'astrofisica), questo non fa onore alla sua professionalità.
- Giuliani dice di non avere annunciato a tutti l'imminenza del terremoto del 6 aprile perché aveva paura delle conseguenze nei suoi confronti. Questo è ridicolo, perché se davvero ne fosse stato ragionevolmente certo, l'avrebbe detto, se non per salvare decine di vite, almeno per riscattare la sua immagine pubblica dopo il fallimento della previsione precedente. In ogni caso, uno scienziato che può salvare decine di vite e non lo fa è un criminale, a prescindere da qualsiasi avviso di garanzia. È più umanamente comprensibile che una persona che ha in testa una teoria ma sa che in realtà non funziona bene non voglia esporsi al rischio.
Bertolaso
In mezzo a tutto questo discorso, si sono inserite le dichiarazioni di Bertolaso, che ha dato dell'“imbecille” a Giuliani e ha chiesto una punizione esemplare (prima del terremoto decisivo) e ha insistito sul fatto che i terremoti non si possono prevedere (dopo).
A scanso di equivoci, non ho elementi per garantire che Bertolaso sia una persona particolarmente affidabile, o intelligente; non lo conosco, né l'ho studiato molto come personaggio. Ma sicuramente non ho neanche ragioni di pensare che sia una persona malfidata, che vuole il male degli abruzzesi. Sicuramente poteva risparmiarsi quell'“imbecilli” in pubblico, ma non mi sembra proprio che questo sia un crimine imperdonabile.
È stato in tutto e per tutto sincero? Non lo so.
Forse ha volutamente cercato di nascondere l'interesse che tanti geologi ripongono nei precursori sismici (e questo gli si è rivoltato contro nell'opinione pubblica). Ma d'altra parte, un metodo di provato funzionamento per predire i terremoti al momento non c'è, e in queste condizioni, è anche comprensibile (anche se non condivisibile) che un responsabile della Protezione Civile dica con una certa enfasi alle “masse” di non credere a chi pretende di averlo. È come quando nelle evacuazioni a scuola o nei luoghi di lavoro ti insegnano a non correre, ma ad uscire ordinatamente: se uno corre, esce prima degli altri e quindi verosimilmente rischia meno. Ma se tutti corrono, cresce il panico ed è più facile che qualcuno si faccia male. Per cui il fatto che sia meglio per ognuno camminare in fila è una piccola - ma comprensibile - bugia.
Insomma, come scienziato Bertolaso non sarebbe forse un gran che… ma il suo lavoro è dirigere la Protezione Civile, e non ho elementi per dire che lo faccia male.
Ma con questo radon che ci facciamo?
Insomma, si può o no prevedere i terremoti con il radon? La risposta è ovviamente che io non lo so, ma comunque raccolgo qualche elemento e parere più illustre:
- intanto, osserviamo che investire nel metodo suggerito da Giuliani significa investire davvero tanti soldi: lui dice che le sue previsioni avrebbero potuto essere anche più accurate se avesse ricevuto i finanziamenti necessari; tuttavia, notiamo che il terremoto ha avuto un epicentro molto vicino a L'Aquila7), e che Giuliani ha ben 4 dei suoi 5 sensori nel raggio di 20 km da lì (quelli di Fagnano, del Gran Sasso, della scuola De Amicis e di Coppito); se assumiamo che effettivamente sia necessario un rilevatore ogni 10 chilometri, significa che per coprire tutta l'Italia ne servirebbero almeno circa (è veramente un calcolo grossolano, ma dà un ordine di grandezza) 3000. Vogliamo coprire solo le zone a rischio sismico? Bene, in base a questa mappa abbiamo comunque un bel lavoro da fare (e considerate che in quella mappa Colfiorito, epicentro del terremoto umbro del 1997, non figura tra le zone a rischio maggiore); comunque se prendiamo le zone di rischio maggiore della media, direi che siamo sui 1500 rilevatori. In questo articolo, si sostiene che un PM4 costa sui 60000 €. A questo si devono sicuramente aggiungere i costi del personale, quelli per l'infrastruttura che collega i rilevatori, quelli per la manutenzione… ma anche ammesso che tutto ciò sia incluso nella stima fatta dall'articolo, e anche ammesso (non è affatto chiaro) che essa consideri l'eventuale percentuale che Giuliani, in quanto detentore del brevetto, può pretendere, siamo sui 90 milioni di euro complessivi (che sarebbero comunque un niente se si fosse certi che il progetto funziona). Per dare un'idea, è quasi il doppio dei soldi che il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha a disposizione per tutti i suoi progetti per un anno, a giudicare da questo articolo (ma nel frattempo la situazione del CNR è peggiorata ancora, come si può vedere qui). Non mi stupisce che non si voglia investire tanto in un progetto che finora non ha dato nessuna garanzia di affidabilità (e non ha cercato nemmeno di darla). Ma anche se il governo decidesse di stanziare una tale somma in aggiunta agli attuali finanziamenti per la ricerca, sarei estremamente contrario: piuttosto si finanzi la ricerca stessa che in Italia versa in situazioni disperate, o si finanzi la ristrutturazione delle case con metodi antisismici (è illuminante a proposito questo post)
- in effetti, in giro per il mondo non ci sono (più) molte persone che ancora utilizzano rivelatori di radon a terra (una delle poche eccezioni era la California, intorno alla Faglia di S. Andreas, dove però la ricerca specifica sul radon risulta "discontinued", mentre ora ci si concentra su altri metodi di rilevazione). La ricerca si sta orientando più sull'utilizzo dei satelliti per rilevare, con costo enormemente minore, possibili precursori (non solo radon, ma anche ad esempio fenomeni atmosferici che si verificano in occasione dei terremoti)
- alcuni siti hanno puntato l'attenzione, anche con titoli assolutamente ipocriti, sul fatto che la “scienza ufficiale” non ritenga la ricerca nel radon necessariamente inutile. Ma questo è risaputo da anni, e infatti Giuliani ha cominciato ad interessarsene dopo avere sentito parlare di altri esperimenti.
- molti hanno preteso di collegare Giuliani a ricerche preesistenti. Da quello che sono riuscito a sapere, solo due scienziati si sono pronunciati su Giuliani a posteriori: sono rispettivamente del Giappone e degli Stati Uniti, le due nazioni certamente più all'avanguardia al mondo nello studio dei terremoti (e che data la loro situazione geologica sicuramente non hanno interesse ad insabbiare ricerche che danno buoni frutti), e ne riporto solo una frase (tratta da qui): “ quella del rapporto tra il Radon e i terremoti è una teoria di cui si discute da anni. […] Se ci trovassimo di fronte ad una legge universale si dovrebbe verificare un sisma ogni volta che aumentano le concentrazioni di Radon, e invece è vero il contrario: nella maggioranza dei casi non succede nulla”
La mia opinione
È noto che i ricercatori (seri) sono persone un po' scomode, perché dicono quello che dicono in base a ragionamenti che non puoi confutare con la politica. È per questo motivo - ma anche, molto più semplicemente, per poter fare indisturbato qualche taglio in finanziaria - che l'attuale governo ha tentato in tutti i modi di screditare il nostro sistema universitario e di ricerca, che in mezzo a tante mele marce ha anche tante persone che si spendono ogni giorno con passione e competenza per il loro lavoro.
Cosa c'entra questo? Beh, penso che solo queste campagne demagogiche (insieme alla bassa alfabetizzazione scientifica della popolazione media, dato che in Italia e solo in Italia si pensa che Dante sia “cultura” ma la fisica e la matematica no) possano spiegare come all'inizio del 2009 in un Paese sedicente moderno si diffonda una stima dei ricercatori talmente bassa da credere che non solo la ricerca italiana, ma addirittura la geologia mondiale siano una casta in cui il merito non è tenuto in considerazione ed in cui gli scienziati si limitano a riciclare la pappetta insegnata loro a memoria da giovani senza sapere capire le “rivoluzioni” degli “scienziati informali”.
In sintesi, non ho abbastanza elementi per concludere che Giuliani sia intenzionalmente un ciarlatano e cerchi solo la pubblicità, ma nel migliore dei casi non si è documentato abbastanza ed ha fatto confusione.
Aggiornamento (19 aprile 2009): la famiglia Giuliani ed i rilevatori
Tre nuovi elementi fanno propendere per la tesi della cattiva fede, e non semplicemente della poca serietà:
- Giuliani ha prima detto a Vespa che, allertato dai valori del radon, avrebbe lasciato casa sua con la famiglia, verso mezzanotte, la notte della forte scossa a L'Aquila (in questa intervista). Ha poi invece detto a “Chi l'ha visto?”, nella puntata del 15 aprile, che ha assistito dal sisma dall'interno della sua abitazione.
- Giuliani, in questo documento, si firma “Per conto della S.C.S - G. Giuliani”. Della rischiesta a Bertolaso invece la firmataria è Arianna Giuliani (la figlia di Giampaolo), “Amministratore Società Collaborazioni Scientifiche”. Sembrerebbe chiarito il significato della sigla S.C.S. Tuttavia, in questa pagina l'SCS risulta essere un semplice esercizio commerciale del settore “Personal Computers ed Accessori”, di proprietà di una certa Lorenza Giuliani. Si noti in effetti che nell'intestazione della richiesta a Bertolaso compare il logo “SCS - SOLUZIONI NELL'INFORMATICA” (che poco avrebbe a che fare con la geologia o con l'astrofisica), nonché nome ed indirizzo di una certa “Chiocciolandia”, azienda registrata a Coppito (di cui è il sito che ospita i documenti pubblici - sito che a sua volta ospita il logo SCS). Ancora, in un altro report delle attività, la firma è di Gioacchino e Roberto Giuliani, per conto sempre di questa “Società Collaborazioni Scientifiche”, che questa volta ha anche un indirizzo… esattamente quello del negozio di informatica. Quello che è certo è che Giuliani ha confuso le acque. Quello che non è difficile supporre è che egli abbia cercato di attirare verso un'azienda di famiglia che non aveva niente a che fare con le sue “ricerche” dei finanziamenti pubblici, “reinventando” a posteriori anche la sigla dell'azienda e coinvolgendo anche parenti che verosimilmente poco avevano a che fare con le ricerche stesse.
I grafici del rilevamento del radon riportati mostrano molti picchi notevoli: si veda ad esempio il seguente, riportato nella richiesta di brevetto: È sorprendente che il livello del radon abbia balzi così repentini in su, ma è pur sempre possibile. Tuttavia è impossibile che abbia cadute così veloci! Giuliani dice che i locali in cui effettua gli esperimenti non sono areati, per cui il radon che vi entra vi rimane (non ha senso immaginare che esso torni nelle stesse rocce da cui la pressione l'ha fatto uscire). Tuttavia, si sa che il decadimento del radon avviene in modo esponenziale, con un tempo di dimezzamento di 3,824 giorni: in termini più semplici, una volta che ce n'è una certa quantità, anche ammettendo che non ne arrivi più, esso diminuirà secondo la seguente curva, dove in basso vediamo i giorni trascorsi dal picco 8): Quindi di due casi l'uno: o i grafici di Giuliani non riportano davvero la misurazione del radon, o mente quando dice che il locale non è areato, dato che in essi si vede decrementi nettamente più veloci di quanto sia possibile. In effetti, in questa intervista, Giuliani dice: “Quando c’è un evento sismico, per esempio, la quantità di radon presente nei locali che ospitano gli strumenti è talmente alta da essere dannosa e sono costretto ad aspettare almeno un giorno per accedervi.”9) Un giorno è decisamente poco (la quantità di radon presente non fa in tempo nemmeno a dimezzarsi), ma è già molto più di quanto il suo grafico indichi. Questo a meno che Giuliani non aerei ampiamente i locali al momento della sua entrata… nel qual caso, semplicemente, può far dire ai suoi sensori tutto e il contrario di tutto.Aggiornamento (28 aprile 2009): mi ha scritto un certo Prof. Gigli, de L'Aquila, spiegandomi che i rilevatori di Giuliani sono particolarmente efficaci in quanto non rilevano la presenza di radon nell'aria, ma il flusso di radon dalle rocce, e sono schermati rispetto all'ambiente circostante. Verificherò i particolari, ma effettivamente se ciò è vero questo terzo punto decade completamente.