Premessa: sono laureato in matematica e ora studio economia; non ho chissà che competenze di fisica e/o geologia. Però mi sono fatto spiegare un po' di cose da un fisico, ho cercato sul web l'opinione di alcuni geologi e qui scrivo solo ciò che ho capito. Se ho scritto cose sbagliate, me ne scuso e prometto che le correggerò se mi sono segnalate (indirizzo toobazCHIOCCIOLAemailPUNTOit). Se trovate una pagina in cui tutte queste cose sono spiegate meglio, sarò lieto di cancellare questa e segnalarla.
Le rocce della crosta terrestre contengono una certa quantità di uranio (per la precisione di uranio 238). L'uranio è un metallo il cui atomo è piuttosto grosso; per sua caratteristica, decade, ovvero dopo un po' di tempo si rompe il nucleo e si trasforma in atomi più piccoli1). Tra questi ci sono vari composti solidi e poi il radon (per la precisione l'isotopo radon 222), che ha la caratteristica particolare di essere gassoso. Per questo motivo, tra le rocce si trova una certa quantità di radon “intrappolato”, che continuamente si accumula sotto pressione e viene rilasciato; nel lungo periodo, c'è un equilibrio per cui la quantità rilasciata è grossomodo costante (nonostante essa vari notevolmente da una zona all'altra della Terra).
Il radon ha un'altra caratteristica interessante: è radioattivo, ovvero decade, proprio come l'uranio2). Nel decadere, produce radioattività, sotto forma di particelle alfa, che possono essere misurate da opportuni rivelatori.
Tra i processi che possono aumentare il rilascio del radon, c'è la fessurazione delle rocce; in una fessura, delle sacche di radon possono trovare una via d'uscita verso l'alto. Per questo motivo, è logico - e confermato dai geologi, ad esempio in occasione dei terremoti in Turchia del 2004 - che in momenti in cui ci sono terremoti ci sia un maggiore rilascio di radon. Ma la domanda a questo punto naturale è: perché mai si dovrebbe avvertire una maggiore presenza di radon prima di un terremoto?
La risposta è di due tipi:
È evidente che se fosse solo per il punto 1., il radon sarebbe definitivamente inutile come precursore sismico: abbiamo dei sismografi ormai precisissimi, che registrano anche terremoti di modesta entità dall'altra parte della Terra; non ci sarebbe alcun bisogno di spendere soldi in rilevatori di radon. Il punto 2. invece ha suscitato giustamente l'interesse di vari geologi, perché appunto può essere considerato un precursore, qualcosa che anticipa i terremoti. Purtroppo, gli studi svolti finora da geologi in tutto il mondo non sono riusciti a trovare davvero, tra rilevamento di radon e l'avverarsi di eventi sismici, una correlazione sufficientemente precisa da essere utile per la predizione.
È difficile dire se si troverà mai una teoria così efficace da permetterci di prevedere i terremoti grazie al radon con i mezzi tecnici attuali, e sicuramente non sono io la persona giusta per stabilirlo. È importante però chiarire che di per sé, la correlazione tra i terremoti e le emissioni di radon è riconosciuta da tutti, e non è una ricerca innovativa; tutto sta a capire se e in che modo il radon sia emesso prima di un terremoto.
Giampaolo Giuliani è un tecnico dell'Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Torino. Come dice il nome dell'istituto, Giuliani per lavoro non si occupa di geologia; tuttavia, si occupa sì di rivelatori di particelle, e si è interessato per conto suo della correlazione tra i terremoti e le emissioni di radon. In particolare, dopo che l'esperimento ERMES (esperimento dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e non dell'Istituto Nazionale di Astrofisica alle cui dipendenze è Giuliani), nonché alcuni ricercatori di Bologna e dell'ENI, avevano studiato questa correlazione, Giuliani decise, come ricerca personale fuori dall'orario di lavoro, di effettuare in proprio delle misurazioni, con la collaborazione di alcuni colleghi.
Alla fine dell'ottobre 2002, Giuliani avvertì la Protezione Civile abruzzese dell'imminenza di un forte sisma, ma senza essere in grado di fornire una localizzazione precisa. Due giorni dopo, un terremoto di magnitudo 5.2 colpiva il Molise.
Nel 2004, Giuliani ottiene un brevetto dal titolo “apparato per il rilevamento della variazione della concentrazione del gas radon nell'ambiente, metodo per tale rilevazione ed il suo uso nella previsione di eventi sismici”3).
È noto che per ottenere un brevetto si deve inventare qualcosa di originale. È altrettanto noto però che in giro per il mondo vengono quotidianamente accettati brevetti che difficilmente si possono descrivere come originali4). Il punto è che tipicamente gli uffici brevetti rifiutano solo le proposte che sono palesemente non brevettabili, con l'assunto che comunque se un brevetto non dà fastidio a nessuno, non c'è niente di male nel farlo brevettare (e sarebbe viceversa costoso indagare a fondo sulla brevettabilità), mentre se invece dà fastidio, perché per esempio qualcuno dice “ehi, ma io quell'idea l'ho avuta prima”, oppure “ehi, ma non vale brevettare qualcosa di così generico/banale”, sarà un tribunale a stabilire se il brevetto era o meno valido.
Questo non per dire che il brevetto di Giuliani è stupido - io non lo so - ma per dire che un brevetto non è affatto la prova che si è fatta una scoperta importante; si capisce l'importanza della scoperta da quanta gente usa il tuo brevetto e/o dal fatto che tu vinci una causa contro chi lo usa senza il tuo permesso.
Comunque, due parole sul brevetto in sé: l'originalità che Giuliani attribuisce alla sua scoperta verte intorno al fatto che, sebbene di rivelatori di radon ne esistano già di molti tipi in giro per il mondo, il suo sarebbe capace - grazie ad un metodo di cui è inutile riportare qui i dettagli tecnici - di rivelare il radon più in fretta. Mentre classicamente un rivelatore, ad esempio, in grado di dirti “oggi c'è più radon di ieri” è più che sufficiente per concludere che in coincidenza di un terremoto c'è stato rilascio di radon (più che negli altri giorni), se si pretende di utilizzare il radon per predire un terremoto, si deve avere qualcosa con una risoluzione di poche ore.
Non so se effettivamente il rivelatore di Giuliani, da lui chiamato PM4 (la sigla “PM” sta per “photo multiplicator”, dal nome dei componenti fondamentali dell'apparecchio, mentre il 4 sta verosimilmente ad indicare un'evoluzione dell'apparecchio - Giuliani ad esempio parla anche di precedenti PM2), abbia questa efficacia, né so se veramente sia il primo rivelatore ad avere questa efficacia. Ma possiamo anche assumere che sì, Giuliani sia un tipo sveglio, con una buona esperienza in elettronica e radioattività, e questa invenzione sia davvero innovativa.
Tuttavia su un punto non c'è dubbio: il titolo del brevetto può portare a fraintendimenti, perché sicuramente in esso è descritto un “apparato”, il PM4, si può dire che vi è anche descritto un “metodo per tale rivelazione”, ovvero ad esempio il fatto che si deve operare in una stanza sotterranea non aerata, ma invece il suo “uso nella predizione di eventi sismici” è menzionato più volte nel testo ma assolutamente non illustrato (si menziona il collegamento dei rivelatori a degli apparecchi per l'analisi dei dati via una rete hardware o software, ma certamente questa non è una caratteristica particolarmente innovativa per un rivelatore al giorno d'oggi - diciamo pure che è piuttosto scontata). Non c'è bisogno di essere maligni per vedere questa come una cosa abbastanza logica: te sei un tecnico particolarmente sveglio di un istituto di astrofisica, saprai come fare un buon rivelatore, ma non per questo sei un esperto di geologia e sismologia.
Tuttavia, potrebbe benissimo darsi che Giuliani conosca il metodo per predire i terremoti ma non abbia voluto scriverlo nel brevetto. Quindi andiamo avanti.
Come scritto sopra, la previsione che per prima ha portato Giuliani agli onori della cronaca è stata quella che fece nel 2002. In quell'occasione, egli predisse un terremoto. Purtroppo non ho trovato fonti dell'epoca che dicano con che precisione temporale Giuliani fece questa predizione: “domani c'è un terremoto”? “nei prossimi mesi ci sarà un terremoto”? Comunque Giuliani non era riuscito a dare indicazioni sull'epicentro (dice che al tempo il sistema era ancora “sperimentale”; probabilmente non aveva ancora sensori distribuiti sul territorio).
L'altra celebre previsione è stata quella del marzo 2009, quando Giuliani aveva previsto un terremoto “disastroso” a Sulmona. Tuttavia, dopo avere annunciato - a quanto riporta il sindaco di Sulmona 5) - un “terremoto di lì a poche ore” per domenica 29 marzo (giorno in cui ci furono a Sulmona scene di panico collettivo, con gente che portava fuori i materassi e si accampava nelle strade), ha sostenuto che con la fine di marzo il grosso del pericolo fosse passato.
Fu tuttavia in questa occasione che Giuliani fu accusato di inutile allarmismo da Bertolaso (si veda sotto) ed altri. In particolare, ricevette un avviso di garanzia per procurato allarme.
Il 6 aprile, alle ore 3:32, si scatena il terremoto di cui tutti purtroppo sappiamo.
La tesi di Giuliani è in sostanza che nelle ore precedenti egli aveva capito - dalle rilevazioni di valori sempre più alti di radon - che di lì a poco sarebbe arrivato il disastro, ma con già un avviso di garanzia sul suo conto non si decise a diffondere quell'informazione.
In particolare, molte fonti citano Giuliani stesso parlare (sempre nei giorni successivi al 6 aprile) di un livello di radon sempre più alto “senza rilascio d'energia”, motivo per cui questa energia si sarebbe accumulata fino a scatenare la scossa più forte. Tuttavia, non sono riuscito a capire cosa intenda Giuliani per questo “mancato rilascio di energia”, dato che nelle ore precedenti c'erano in realtà state numerose scosse sismiche, che vengono solitamente associate appunto ad un allentarsi della tensione e della pressione all'interno della crosta terrestre (tensione e pressione che altrimenti potrebbero portare a scosse forti). Inoltre, Giuliani dice di avere portato la sua famiglia ad aspettare il terremoto fuori casa, ma non spiega se aveva particolari elementi per aspettarsi un sisma proprio in quella zona.
Purtroppo, il sito http://www.csrs.it , che da quel che ho capito era quello che riportava i rilevamenti di Giuliani, e forse le sue predizioni, è stato recentemente censurato dalla Polizia Postale di Pescara, quindi non sono in grado di vedere i dati pubblicati all'epoca.
Riassumendo, su tre previsioni di Giuliani (le tre perlomeno di cui si è sentito parlare):
Basandosi su questi dati, e anche supponendo che riguardo al 6 aprile abbia detto la verità, è difficile sostenere che il metodo di Giuliani allo stato attuale delle cose funzioni. Certo, un qualche legame tra le sue “previsioni” e i terremoti sembra esserci, ma veramente troppo vago per essere utile. Ciò non significa che la sua ricerca non possa fare sperare grandi cose, ma solo che ancora non ha raggiunto grandi risultati.
Ciò detto, però, sul metodo scientifico di Giuliani in generale si può sollevare qualche obiezione ben più precisa:
“Abbiamo notato che la maggior parte dei terremoti si verificano durante i mesi invernali, o meglio, quando il sistema terra-luna è nel perielio, quindi più vicino al sole. In inverno, quando la terra subisce uno stress gravitazionale maggiore, si registrano più eventi sismici (60-70%) che in estate. La percentuale si mantiene ancora più alta quando c'è la luna nuova. Il magma che scorre sotto la crosta terrestre risente delle attrazioni gravitazionali, come accade per gli oceani”
. Tuttavia questa correlazione tra stagioni e sismi è falsa, e per accertarsene è sufficiente visitare un database importante come quello del National Geophysical Data Center
americano6), i cui dati (i terremoti per mese dell'anno, o più precisamente le differenze dalla media mensile; dati relativi ai terremoti in Italia registrati fino al 2007) sono riportati nel grafico, per mese (il valore corrispondente a 0 riguarda i terremoti per cui il mese non era stato registrato). Ma anche supponendo che Giuliani abbia solo fatto qualche calcolo sbagliato, o che addirittura abbia sismografi più precisi di quello del resto del mondo (in realtà, la cosa più probabile è semplicemente che le analisi di Giuliani si svolgano su un lasso di tempo troppo corto per essere significativo), è inaudito pensare che dopo secoli di ricerca sui terremoti nessuno abbia già sviscerato le possibili correlazioni tra terremoti e periodi dell'anno!In mezzo a tutto questo discorso, si sono inserite le dichiarazioni di Bertolaso, che ha dato dell'“imbecille” a Giuliani e ha chiesto una punizione esemplare (prima del terremoto decisivo) e ha insistito sul fatto che i terremoti non si possono prevedere (dopo).
A scanso di equivoci, non ho elementi per garantire che Bertolaso sia una persona particolarmente affidabile, o intelligente; non lo conosco, né l'ho studiato molto come personaggio. Ma sicuramente non ho neanche ragioni di pensare che sia una persona malfidata, che vuole il male degli abruzzesi. Sicuramente poteva risparmiarsi quell'“imbecilli” in pubblico, ma non mi sembra proprio che questo sia un crimine imperdonabile.
È stato in tutto e per tutto sincero? Non lo so.
Forse ha volutamente cercato di nascondere l'interesse che tanti geologi ripongono nei precursori sismici (e questo gli si è rivoltato contro nell'opinione pubblica). Ma d'altra parte, un metodo di provato funzionamento per predire i terremoti al momento non c'è, e in queste condizioni, è anche comprensibile (anche se non condivisibile) che un responsabile della Protezione Civile dica con una certa enfasi alle “masse” di non credere a chi pretende di averlo. È come quando nelle evacuazioni a scuola o nei luoghi di lavoro ti insegnano a non correre, ma ad uscire ordinatamente: se uno corre, esce prima degli altri e quindi verosimilmente rischia meno. Ma se tutti corrono, cresce il panico ed è più facile che qualcuno si faccia male. Per cui il fatto che sia meglio per ognuno camminare in fila è una piccola - ma comprensibile - bugia.
Insomma, come scienziato Bertolaso non sarebbe forse un gran che… ma il suo lavoro è dirigere la Protezione Civile, e non ho elementi per dire che lo faccia male.
Insomma, si può o no prevedere i terremoti con il radon? La risposta è ovviamente che io non lo so, ma comunque raccolgo qualche elemento e parere più illustre:
È noto che i ricercatori (seri) sono persone un po' scomode, perché dicono quello che dicono in base a ragionamenti che non puoi confutare con la politica. È per questo motivo - ma anche, molto più semplicemente, per poter fare indisturbato qualche taglio in finanziaria - che l'attuale governo ha tentato in tutti i modi di screditare il nostro sistema universitario e di ricerca, che in mezzo a tante mele marce ha anche tante persone che si spendono ogni giorno con passione e competenza per il loro lavoro.
Cosa c'entra questo? Beh, penso che solo queste campagne demagogiche (insieme alla bassa alfabetizzazione scientifica della popolazione media, dato che in Italia e solo in Italia si pensa che Dante sia “cultura” ma la fisica e la matematica no) possano spiegare come all'inizio del 2009 in un Paese sedicente moderno si diffonda una stima dei ricercatori talmente bassa da credere che non solo la ricerca italiana, ma addirittura la geologia mondiale siano una casta in cui il merito non è tenuto in considerazione ed in cui gli scienziati si limitano a riciclare la pappetta insegnata loro a memoria da giovani senza sapere capire le “rivoluzioni” degli “scienziati informali”.
In sintesi, non ho abbastanza elementi per concludere che Giuliani sia intenzionalmente un ciarlatano e cerchi solo la pubblicità, ma nel migliore dei casi non si è documentato abbastanza ed ha fatto confusione.
Tre nuovi elementi fanno propendere per la tesi della cattiva fede, e non semplicemente della poca serietà: